Non si respira più!

Cari amici praticanti filosofi, oggi scrivo un post un po' tanto di pancia, perchè la testa è troppo piena di domande.
Le domeniche mattina, sono state l’inizio di un’esperienza che spero possa continuare molto a lungo. Perché credo che sia prezioso, e quindi da custodire, un posto in cui potersi incontrare e parlare di sé e di ciò che pensiamo, senza paura del giudizio. Della vittoria o della sconfitta.
Ieri, per me, è stata una triste giornata per la nostra Storia. Non tanto per fiducie e sfiducie parlamentari. Quanto per il clima generale che ha protato a questo risultato.

Vorrei con voi, ora, fare un sorvolo sopra le nostre teste. Siamo vicini a Natale, si sta aprendo un nuovo anno. Si è più buoni e si deve pensare di più al prossimo! Cosa di più prossimo della nostra terra?
Io vedo una politica che sta dando di sé uno spettacolo triste ed infantile: “competizione”, “vittoria” e “sconfitta” sono le parole più lette e sentite delle ultime 48 ore. Ma sono significati usuali e continui nelle informazioni, nelle notizie, nei talk show, di cui siamo fagocitati, anche senza ascoltarli.
 L’aria ormai è satura, manca di ossigeno è puzzolente. Lo dicono tutti. Lo dico anche io. Sono populista, conformista, anche un poco masochista…alla Gaber
(http://www.youtube.com/watch?v=GT3ne_HbVqc)

Cosa c’entra questo con i tè filosofici, vi starete chiedendo?

C’entra per il fatto che ho l’orgoglio di pensare che se i nostri rappresentanti imparassero un po’ di stile filosofico, anziché retorico, vivremmo tutti meglio.
Se facessero un po’ di pratica filosofica, invece di riunioni di gabinetto ( è da lì che viene questo odore, vero? Non potevo non fare questa battutaccia), avrebbero tutti qualcosa da dire. Nessuno dice alcunché! E’ incredibile. Andatevi a rivedere la puntata di Ballarò di ieri. Vuoto pneumatico ( a parte Crozza). E poi pensi a quello che hanno fatto in Parlamento la mattina. Sembra di vedera una curva allo stadio. Ma che esempio è questo? Ma a quale imbrutimento stiamo assistendo? Secondo me non c’è da scherzare. Penso anche che si debba avere il coraggio di parlare seriamente di politica, perché NON è un tabù. O sì? Mi è sorto spesso il sospetto. Dite che l’hanno resa così maleodorante per farci stare alla larga, come con la cacca? Gli umori interiori al nostro corpo sono sempre stati eufemizzati, in quanto tabù!
Ok, se la politica è una m..., e quindi tabù, mettiamoci le mascherine antigas.Ossigeniamoci!
Concordo con Vendola nel pensare che oggi ci sia una identitaria scissione sociale tra berlusconisti e antiberlusconisti.
Io sono per la seconda parte, e non frequento lo stadio. Sono antiberlusconiana, certo, quanto lo è stata mia nonna, partigiana contro il nazismo ai tempi della seconda Grande Guerra. Non mi vergogno a dirlo. Anzi ne vado fiera.
In un epoca di malaffare, di corruzione, di scandali, di bunga bunga e festini...Io in un’epoca così mi vergogno a vivere.  E le carceri sono sature di gente che ha rubato le mele!
Ci siamo detti spesso durante i nostri incontri che se vogliamo cambiare qualcosa, dobbiamo partire da noi stessi, io sono fiera di organizzare, grazie a Mauro Bacchini e ai miei amici Viviana Paramithiotti e Francesco Pazienza, degli incontri per poter dare alle persone spazio e tempo per confrontarsi, dialogare e chiarirsi circa temi anche grandi e piccoli, ma che partono da noi! Ne vorrei milioni di posti dove si dialoga dell’anima umana e dell’anima del mondo!!! Milioni!!!

Se davanti ai nostri occhi si mostra una politica così, smettiamo di sentirla e di illuderci di farla. Cambiamo parole. La parola "Politica" ormai è sporca, è brutta. Va ristrutturata.
 Facciamo filosofia. Magari non serve a nulla. Come molti pensano, ma intanto qualche dubbio, tra tante certezze, lo facciamo emergere.
Intorno tutti sanno, tutti pensano tutto ed il contrario di tutto.
Basta sentire dibattiti, troviamoci e parliamo di come poter vivere meglio a partire da noi stessi, così faremo politica filosofica.

Abbiamo cominciato le nostre domeniche parlando di bellezza, di trucchi per essere belli. E abbiamo condiviso l’idea che per essere belli non basta la chirurgia. Per sentirsi bene e trasmettere bellezza ci vuole anche altro. Ci vuole una ricchezza interiore che passa dall’est-etica.
Qualcuno nel gruppo si chiese se la nostra società sia bella. Apro nuovamente la domanda.
La bellezza è potere, oggigiorno. Perché? Cosa significa?
Qual è la maschera sociale più usata? E mi chiedo oggi, anche pensando agli scandali di Wikileaks, qual è il limite morale per smascherare i mascheranti. Qual è l’etimologia della parola “persona”? Qual è il limite morale tra diritto d’informazione ed equilibri diplomatici?

Tante domande hanno assillato le nostre menti in questi mesi. Tante mi assillano oggi,come leggete.

Quando abbiamo introdotto il tema della casa, abbiamo avuto occasione di conoscere il prof. Petrosino e anche quella domenica parlando di “abitare” è emerso il tema del comportamento etico. Abbiamo convenuto, iniseme ad Heidegger, che noi abitiamo nel linguaggio. Il linguaggio è il nostro strumento per esprimere le idee, costruisce mondi di senso che possono farci sentire liberi e/o ingabbiarci.

Libertà! E’ una di quelle parole/concetti che vorrei tanto investigare a fondo. Perché è nella bocca di tutti i nostri politici?

Libertà di o libertà da… ? Ci induce il dubbio Schopenauer.
Perché tutti la cercano e la nominano? Perché non c’è? Perché è poca? Perché è deviata?

Perché c’è voglia di libertà? Esiste la libertà? Cosa significa? Qualcuno dei nostri politici ve l’ha mai spiegata la loro idea di libertà, da quale esperienza di vita reale è sorta la loro idea di libertà?
Siamo liberi di ascoltare ciò che vogliamo? La nostra cultura tele-mediatica che messaggi ci dà? Che mondi di senso costruisce intorno a noi? Siamo sicuri che ci piacciano o se vadano ancora bene? Dove siamo? E dove stiamo andando? Quale strada seguire?

La casa, altro tema dei nostri incontri, con tv e internet che cosa rappresenta oggi? Un tempo c’era il camino a radunare le persone. Oggi uno schermo che ammutolisce. Sentiamo tanto e ascoltiamo più niente. Piansi quando sentìì l'intervista di un'anziana che benedisse il terremoto in Abruzzo, perchè nell'emergenza aveva potuto trovare persone con cui parlare e passare quel tempo, che prima era abituata a passare da sola davanti ad un televisore.

Qualcuno tra voi disse che la casa è dentro di noi. Allora possiamo sentirci a casa in tutto il mondo. E il viaggio diventa il modo per trovare veramente se stessi. E di viaggio abbiamo parlato tanto, per quasi 4 domeniche. Passando dal Pakistan e arrivando all’anima del mondo. Noi italiani nel mondo come siamo visti? Perché mia figlia, in prima elementare, fa due ore di religione e una sola di inglese? Perché? Non riesco a trovare se non una bruttissima risposta. Facciamo figli per tenerli ingabbiati qui? Com’è il mondo, togliendo gli occhiali del turista e vestendo gli abiti di un cittadino del mondo?

Uno degli esercizi filosofici che praticavano i greci era la “visione dall’alto”: Prendere distanza da sé per vedersi da una prospettiva più ampia. Più contestuale.

I nostri politici viaggiano in continuazione eppure mi danno l’impressione che riescano a comunicare e a far vedere solo la mosca che hanno sul naso. Come è possibile? Non basta prendere l’aereo per essere lungimiranti!  Ok!

Da noi, bevendo tè, si gioca ad essere lungimiranti. E’ questo il bello dei nostri incontri, secondo me. Ci troviamo per vestire la veste di filosofi. Sì, giochiamo. Cosa c’è di male? Ma giochiamo seriamente.

Fuori ci sono persone che pensano di non-giocare, di fare le cose serie, "da grandi" e fanno delle grandi schifezze.

 Marco Aurelio diceva, da imperatore illuminato, che aveva fatto della filosofia il suo stile di vita:

Chi non sa che cosa sia il mondo, non sa dove sia egli stesso; e chi non sa perché il mondo esista, non sa che cosa sia egli stesso. Colui che non sa rispondere a una di queste domande non può dire perché esista egli stesso  (VIII,52; R, p. 133. Tratto da Pierre Hadot, Esercizi Spirituali e filosofia antica. Einaudi, 2005,p. 144).

Io continuo a cercare di rispondere a queste domande, ma da sola non posso avere la presunzione di trovare una risposta soddisfacente e tendente all’universale, come stabilisce la regola aurea del gioco della filosofia.

Con questo mònito filosofico vi saluto e vi aspetto, coi miei amici, da Gennaio al Cargo per parlare di amore: di coppia, genitoriale e perché no anche un po’ di amor di Patria!!

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