Ereditare un cammino: mitobiografia

HescherDrawing Hands (1948)
Si può ereditare un cammino? Si può ereditare un viaggio?
Se questi cammini e questi viaggi diventano storie, perché no?
Ho avuto l'onore di "ereditare" da Francesco Pazienza un sentito compito, moltiplicando l'eredità con altri amici ( e questa è la meravigliosa ricchezza del pensiero, che invece di dividersi, si moltiplica se viene condiviso): portare avanti l'autobiografia come pratica filosofica mitopoietica.
Cosa significa parlare di sé?  allargare la narrazione  di sé oltre i confini della propria  visione  personale e cercare di trovare contatto con il senso che il sé acquisisce con le storie familiari, sociali e Storiche (Jung docet) del sé, che si trasforma nel proprio viaggio nel mondo, cercando nella propria trama i fili narrativi che hanno influenzato le scelte o le non-scelte.
 Non vi è intenzione vanesia in un esercizio filosofico di narrazione mitopoietica, necessariamente temo che un po' di naricisismo invece sia attivo, perchè scrivere di sé implica un guardarsi allo specchio, ma non per mirare solo la propria bellezza, bensì per cercare le connessioni con le Storie - i miti privati e pubblici- che ci hanno preceduti e per cercare di raccontare la propria storia raccontando le connessioni che intrecciamo con il nostro presente e tessere la tela che ci coprirà quando saluteremo questo mondo.
Ora, qui, in questo spazio virtuale non siamo  Nel "caro diario" fisico, che dall'età di otto anni scrivo, lì  dialogo con me stessa in cerca d'amore, di luce, tra le pagine di carta assorbo il vomito o mi riscaldo come i barboni in strada e mi accoccolo;  lì entro in contatto con il pluriverso interiore per sentire le onde da seguire.

Qui, girando per le pagine potrete vederlo, parlo di quello che faccio nel mondo, quello che faccio con le idee e le parole. Racconto vissuti.  Quello che scrivo è condiviso da chi ha vissuto con me le esperienze, oppure con chi avrei voluto viverle. Qui emerge quella Me che i miei figli definirebbero noiosa, pesante e inutile. Qui provo  umilmente a guardare il mondo da una prospettiva ovviamente soggettiva, ma al contempo anche prospettica  verso il futuro o il passato. L'io narrante racconta verità parziali, ma pur sempre Veritâ. Incoerente spero. Perché la vita cambia e cambiano le direzioni e i punti di vista.

Eredità... La mano di Hescer che si disegna, tutto ritorna  rimescolato, ma non necessariamente confuso. Un altro ordine appare e una storia si disegna nella lunga Storia della vita umana.
Eredito da mio padre il piacere di giocare con le mie sinapsi, creando connessioni elettriche improbabili o previsionali? Come quest'ultima condivisa proprio con il mio babbo: siamo nell'epoca del canto del cigno dell'umanitá? Alla prossima puntata,.

Commenti

Post più popolari