Amor che nulla ha amato...

Parlar di amorosa coppia nell’era individuale
fa emerger notevol dubbio al femminil pensare:
Al tè filò di metà gennaio il gentil sesso era maggioranza,
infatti spesso crede il nostro maschio alfa,
che disquisir di affetti e sentimenti,
sia una vergogna, ma forse è semplice ignoranza!

E’ di un’anima paziente
l’incipit speculativo del problema:
descrivente il sentimental concetto
tra Roman Diritto e trecentesco Poema.

Il dual tenzone dei sofferti amori,
non solo era di Dante e dei cantori.
Loro erano l’anti-tesi
d’una più antica storia matrimoniale
tessuta di possesso e leggi patriarcali.

Ma cos’è dunque l’ amore?
Quello passionale, fugace ed ideale?
O quello progettuale, politico e, allorquando, anche filiale?

Guardiamoci dietro e cosa troviamo?
Volgari son le parole che quotidianamente abitiamo,
volgari come l’amor cortese che di passion ha tanto ucciso
Ma dialetticamente non dimentichiamo
che l’illuministica Ragione di principesco diritto ci ha investito.

E il dilemma oggi ci attanaglia:
Dove si trova dunque l’amore?
Nelle dolorose piaghe di una struggente passione?
o nelle nascoste pieghe di una tela intrecciata con ragione?

Mi chiedo qui perplessa: il Mito di Platone dell’androgino spezzato
forse non è l’inizio, ma la fine di un filo sfibrato:
Mostruosa la coppia che genitalizza l’anima relazionale.
Meravigliosa la coppia che libera l’anima individuale.

E perdonate in fine la mia personale e provocatoria chiusa:
Non si nasce soli e soli non si muore,
soli si rimane, solo se si vuole.

Commenti

  1. Cara Barbara,
    che non si nasce soli è più che sacrosanto
    la madre e lì con te tra respiri e pianto
    nel parto di due è la fatica e pure il dolore
    ma nella morte, il nero è solo il tuo colore
    per quanto ci sia qualcuno a tenerti una mano
    sei solo tu che t'addormi e te ne vai lontano.

    l'amore ... per me è pura libertà.
    senza il rispetto e la valorizzazione della libertà dell'altro non ci può essere amore.


    Roby

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  2. PPrima di tutto grazie ROby, per aver lasciato un tuo commento! Io penso anche che non si muoia da soli, perchè una mano che ti stringe è già "due". Ma anche senza mano, la vita che ti lascia è, in termini profondamente esistenzial-essenziale: Muori con una vita dentro, esperita che ha riempito un corpo che va a spegnersi. Un corpo in dialogo con se stesso in un tempo che non è solo l'attimo tra la vita e la morte, ma un tempo più lungo, che potrebbe durare tutta una vita intera, come ci insegna Epicuro. L'amore, sono d'accordo con te, è rispetto e libertà. Domenica 23 al Cargo vieni a raccontarcelo? BBB

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grazie per avermi scritto. ti risponderò al più presto.
ciao
Barbara

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