La piramide

La piramide è un'opera faraonica. Tutti lo sappiamo. E' una costruzione imponente che doveva custodire il corpo mummificato di re e regine dell'Antico Egitto.
Oggi la piramide è più comunemente vista come una figura geometrica tridimensianale studiata nelle ore di tecnica.
Se ci addentriamo nel profondo mare della comunicazione la Piramide di Dilts invece ci invita a considerare la realtà come  un insieme di piani che conducono a livelli di conoscenza e consapevolezza diversi.
Viviamo in un contensto storico-geografico (sistema allargato) che condiziona i nostri comportamenti di sistema più piccolo al suo interno. Questi comportamenti sono agiti avendo delle capacità, infatti io posso parlare inglese solo se l'ho studiato. Ma lo studio è efficace se è mosso dalla convinzione o da un valore introiettato dell'utilità di studiare l'inglese. Questi valori e condizioni sono a loro volta il risultato di un esserci nel mondo che ci fa dire "io sono...". E questo io sono?
Qui casca l'asino dalla Piramide dei Faraoni.
Dilts ci dice che la nostra identità è caratterizzata dai nostri scopi esistenziali. Benissimo. E questi scopi nella vita cambiano tante volte quante sono le svolte esistenziali che abbiamo o subiamo. E quindi?
Il binomio scopo/identità, rispetto ai restanti livelli sottostanti, sono in continuo movimento. Essi, fino alla morte, ballano una specie di danza dell'equilibrio instabile. 
Il "Dove voglio andare" condiziona la mia "missione nel mondo".

Ecco che periodicamente è sano rivisitare la propria piramide. Io l'ho fatto con molto piacere sabato scorso durante un workshop dal titolo "il mandala del quotidiano" tenuto dalla bravissima Elena Cobez. Anche lei filosofa, ma anche esperta in aromaterapia e medicina ayurvedica.
Ho potuto lavorare con grandi anime e ho ricevuto in dono importanti parole che mi potranno aiutare a ristrutturare la mia piramide, che negli ultimi anni si è un po' consumata dall'usura di un vento sinuoso e costante, come quello del deserto che soffia granelli di sabbia che granello dopo granello levigano i gradini e rendono la salita impossibile.

La piramide ha un dentro ed un fuori. Io il 19 maggio ho rotto la mia piramide, proprio in punta e ho fatto in modo che la mia anima non rimanesse chiusa e soffocata dalla mancanza di ossigeno esterno (il mondo fuori di me), ma potesse gustare dell'energia, della forza, della poesia, del bene che gli altri mi potevano dare. "Io sono" anche perchè gli altri mi riconscono, quindi il mio scopo non è deciso solo da me. Anzi. Spesso i cambiamenti più importanti della vita vengono non dalla nostra volontà, ma da quella di altri e noi poi ci adattiamo per non morire. Come tutti i sistemi di questo mondo. Allora tenere delle aperture alla mia piramide mi permette di agevolare passaggi d'aria per evitare che il vento del deserto possa fare eccessiva spinta, ma possa fluire suonando note come un flauto.
La mia piramide 2018 è fatta di parole, è fatta di fuoco, è fatta di natura e poi di vuoto. Al vertice un punto di domanda perchè senza questa non posso entusiasmarmi delle possibili risposte; il bello degli interrogativi sono i punti esclamativi che ne conseguono quando trovi un senso a quelle domande. Oltre il perchè c'è il come.
La mia piramide è tesa verso le stelle che mi guarderanno danzare con l'energia che ricarico in ogni sgurdo che incrocio, in ogni abbraccio che ricevo, in ogni sorriso che dono.
La mia piramide è fatta di terra, radici e frutti perchè possa nutrire lo spirito e possa ossigenare.
La piramide non è una tomba, è un luogo di culto dell'anima.
Oggi, il giorno dopo il workshop, sono stata al pic nic organizzato dai genitori dei miei alunni. Mi hanno regalato un braccialetto con inciso un mondo e accompagnato ad un biglietto di ringraziamenti commovente, il bracciale era custodito sotto un messaggio:

Viaggiare è come un sogno, 
significa scoprire nuovi orizzonti e mettersi alla prova. 
Ogni Paese che si visita lascia un segno indelebile nell'anima e nel vissuto di ognuno. 

Il caso non esiste. Queste parole oggi erano per me. Hanno un significato profondo che sento forte dentro di me: Non importa dove sei e cosa fai, l'importante è vivere appieno per essere in-signiti di amore. Unico regale dono che puoi portarti nella tomba, qualunque forma abbia.😛

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