Pratiche filosofiche per il Sé: Sei in bianco e nero o a colori?

Pratiche filosofiche per il sé...
Succede  a volte che ti perdi, come perdi le chiavi di casa.  Ti assale il sentimento di panico...
Succede che quando perdi il controllo di te, hai la sensazione che il corpo non sia più connesso al cervello.
Succede che il senso di vertigine, il senso di vuoto, il senso di disorientamento prendano il sopravvento.
Confusione, dislessia, tachicarida, mani sudate.
L'emotività ha preso il comando del timone e non riesci più ad entrare dentro te stesso. Ti senti spaesato, fuori casa.
Quando non sei in grado di parlare con la presenza a te perdendo il filo del discorso sentendo un rimbombo interno è come se venissi cacciato da casa come un appestato infetto.
Che fare? Aspettare che finisca l'evento. Cambiare scena.

Cambiata la scena è cambiato il contesto. Cambiato il contesto possono cambiare le condizioni di riflessione. La nostra struttura (pensiero+corpo) è molto flessibile. Dobbiamo ritrovare noi stessi, se ci siamo persi. Dobbiamo ritrovare il nostro dialogo interno, se è stato interrotto da rumori esterni.
Raggiungiamo un luogo per noi sicuro e salutiamoci.
Da quel momento siamo già maggiormenti in possesso di noi. Riacquistiamo possesso delle nostre facoltà. Chi sono? Cosa è successo? Perchè mi sono sentito estraneo a me stesso? Se prima di quell'evento stavo bene e durante l'evento mi sono sentito male, cosa mi ha fatto sentire male? Le persone, il luogo, le cose dette a me, le cose dette ad altri...?
Perdiamo il controllo di noi stessi? Giriamo l'evento a nostro favore: chiediamoci semplicemente ma con sincerità:perchè? Rispondendo, preferibilmente per iscritto nel nostro diario segreto a questa domanda avremo trovato una nuova nostra caratteristica.
Siamo animali molto complessi. Studi e studi di psicologia sul comportamento dicono che ognuno di noi è una tavolozza di colori che può con solo 4 colori primari (rosso-giallo-verde-blu) arrivare fino a 240 sfumature.... Trovare tutti questi toni è il gioco della vita, attraverso anche l'applicazione della pratica filosofica:  usare il dialogo, il dubbio e l'interrogazione come strumenti per la chiarezza esistenziale.
 L'esercizio di morte, l'esercizio di trascendenza, quello di consapevolezza si applicano per ritrovare se stessi, per stare meglio con se stessi e con gli altri.
 Si applicano per sentirsi meglio e più sereni, per lavorare sulla propria personale coerenza esistenziale. Sono strumenti per vivere la propria vita al meglio delle sue possibilità. E per giocare questo gioco e scoprire tutte le nostre tonalità interne non possiamo che fare esperienza di vita e metterci in gioco nel  maggior numero di occasioni diverse.
Solo vivendo possiamo scoprire la meravigliosa opera d'arte che siamo!

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