Il limite dell'apparenza. Osservazioni superficiali

Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile e non l’invisibile


Nel primo incontro del ciclo di cafè philo “Il limite dell’esperienza, l’esperienza del limite” abbiamo voluto sperimentare la lettura pretestuale di alcuni pezzi del romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wild.
Questo, che ho voluto evidenziare come incipit del mio post, è stato per me il periodo aforistico in cui convogliano le dinamiche argomentative ed emotive più effervescenti della serata.

I temi che sono emersi sono stati molteplici, forse, a posteriori, troppi, tanto da far scivolare condizionatamente il tema dell’apparenza verso quello ad esso connesso ma non esclusivo, della bellezza, sottraendo il tempo alla libertà di libera associazione.

Tuttavia: siamo stati in grado di superare i limiti, in questo caso testuali, per oltrepassare la barriera del dato e lanciarci verso l’iperuranio delle idee del cuore? Alla risposta mi sento di poter rispondere felicemente sì!



Il gruppo è stato tanto bravo da non farsi limitare, ingabbiare ed è stato in grado di rielaborare i contenuti del testo muovendo altre osservazione, che hanno condotto il discorso verso altri interessanti lidi argomentativi.
Tra i molti…
…L’apparenza non è legata solo al tema estetico in termini fisico-chirurgici, effetivamente.
Di apparenza si può parlare nel momento in cui si affronta il tema della superficie. Superficie esteriore di un corpo certamente, ma anche della nostra comunicazione –il linguaggio- e della nostra relazionalità sociale – le mode, gli stili, le abitudini, le ritualità.

Apparenza e superficialità portano in sé l’idea del giudizio e del pregiudizio.
Se giudichiamo dalle apparenze facciamo bene o male? La nostra proverbiale cultura ci direbbe che facciamo male, ma procedendo nelle osservazioni condivise e relazionate di martedì scorso è sorto fortemente il pensiero contrario. Così ho colto.

L’aforistica frase di Oscar Wilde vuole forse essere una provocazione ed un mònito?
Se impariamo ad osservare ciò che appare, perché è solo questo che ci è possibile vedere, potremo scorgere le verità che dietro di esse si celano. Ma per far questo bisogna essere coraggiosi per togliere le lenti etnico-culturali e sforzarci di mettere a fuoco le immagini che davanti ci appaiono, solo con la forza della curiosità e della conoscenza vera.

Per chi desiderasse addentrarsi nella teoresi filosofica, consiglio la Fenomenologia di Husserl.

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